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Rifugio Canile Paquito: intervista a Elisa Lucca

Elisa con Marie ed EliaIn visita a Elia, il nostro cane adottato a distanza dal Rifugio Paquito, abbiamo incontrato la responsabile della struttura, Elisa Lucca che ci ha accompagnato in passeggiata con Elia e la sua compagna di stanza, Marie, e si è lasciata intervistare per spiegarci come funziona il canile, quali attività svolge e quali progetti promuove.

Quando è stato costruito il Rifugio e a quale scopo?
E' stato costruito all'inizio degli anni '90 con lo scopo di dare una cuccia ed un pasto quotidiano ai cani abbandonati, un ricettacolo di “trovatelli”, insomma, per usare un termine caro ai soci fondatori.

Da quanto tempo sei la Responsabile del Rifugio Paquito?
Dal 2008, metà 2008. Sono entrata come volontaria nel 2001 circa e nel 2004, in parallelo, ho cominciato a lavorare come operatore cinofilo. (...)

Cosa è cambiato in questo posto da quando sei responsabile tu?
Dal mio ingresso siamo riusciti rendere più confortevoli i box e a seguire meglio i cani, sia dal punto di vista affettivo che dal punto di vista igienico-sanitario; soprattutto siamo riusciti ad incentivare le adozioni aumentandone il numero ed elevandone la qualità attraverso i controlli pre- e post-adozione, cosa che precedentemente nessuno si sognava di fare.

Qual è adesso l'obiettivo di questo Rifugio?
Innanzi tutto quello di stare in piedi, che non è una cosa da poco, ma ne parliamo dopo… L'obiettivo è alto e le ambizioni sono tante. Si vorrebbe innanzi tutto trasformarlo in un semplice posto di passaggio, uno stallo temporaneo dove il cane venga valutato e affidato in breve tempo ad una famiglia adeguata alle sue esigenze. Per ottenere questo, ovviamente, si deve anche saper aiutare il cane a superare le sue eventuali difficoltà e/o carenze: può essere sufficiente insegnargli ad indossare una pettorina, camminare correttamente al guinzaglio senza tirare, salire in auto, così come, invece, può essere necessario risolvere problemi come l’ansia, l’iperattività, la paura nei confronti delle persone, l’aggressività verso gli altri cani ecc. Purtroppo questo non è sempre possibile per tutti.

Un'area dal rifugio canile PaquitoDa un punto di vista più generale, stiamo cercando di offrire un servizio ai comuni, e quindi alla popolazione, trasformandoci in un vero e proprio centro di informazione e supporto in materia cinofila. Con questo intendo: dare informazioni sulla corretta scelta e gestione del cane, offrire la possibilità di educare il proprio cane anche se preso in altri canili o in allevamento, offrire la possibilità di pensione o di stallo prolungato in caso di emergenza o anche, in un futuro, semplicemente accudendo i cani di chi lavora tutto il giorno fuori casa.

Organizziamo anche manifestazioni che diano maggiore visibilità al canile ed ai suoi ospiti e che forniscano un'educazione cinofila di base perché le persone che vengono a cercare il cane da noi sono molte, ma spesso vengono a cercare il cane sbagliato da mettere nelle condizioni sbagliate: giusto poco fa ho incontrato una famiglia che voleva prendere un cucciolo da tenere in giardino e mi sono trovata a spiegare per l’ennesima volta che il cane, se cucciolo in particolare, ha esigenze sociali molto forti ed ha bisogno di vivere in casa con la famiglia. E troppo spesso gli interlocutori mi guardano con gli occhi sgranati, come se stessi dicendo follie!

Chi si occupa dell'educazione cinofila all'interno del canile?
A partire dalla sottoscritta, al Paquito operano educatori cinofili diplomati presso la prestigiosa scuola ThinkDog di Angelo Vaira i quali, a loro volta, fanno da “maestri” ai volontari al fine di avere un gruppo formato e capace che lavori in modo corretto e coerente. La figura del volontario, infatti, dovrebbe essere quella di un soggetto che si occupa specificatamente dell’educazione e riabilitazione di uno o più cani fino all’adozione, compresa la fase di inserimento nella nuova famiglia.

Purtroppo, essendo il personale ridotto all’osso per ragioni economiche, io sono quotidianamente occupata dal lavoro di tipo pratico, anche amministrativo, perciò quasi sempre demando agli altri educatori questo tipo di attività. Di certo i volontari non si dovrebbero dimenticare di dare una mano anche nella manovalanza, che è veramente pesante…

attivazone mentalePrima quando parlavamo di obiettivi hai detto “prima di tutto tenerlo in piedi”, quali sono le difficoltà maggiori che avete in questo momento?
Sono quelle economiche, come ho già accennato, perché lavorare bene ha un costo alto. Porto ad esempio le spese veterinarie che in parte vengono risarcite dai comuni convenzionati, ma gli esborsi per i farmaci, sia ad uso occasionale che ad uso cronico, e per le profilassi se le accolla il canile, e questo comincia a gravare. Ma la spesa più alta nasce dalla necessità di avere operatori attivi 365 giorni all’anno, compreso un custode, per seguire correttamente i cani nelle loro necessità specifiche e per mantenere puliti dei box che hanno una superficie fino a 10 volte quella imposta per legge! Tutto questo ha un costo elevato in termini di tempo e denaro.

Da dove arrivano i finanziamenti?
I finanziamenti arrivano dai Comuni convenzionati che pagano un tot al giorno per ogni cane ricoverato e che è una cifra che copre grosso modo il mantenimento del cane. E' chiaro che mantenere l’intera struttura, per i motivi già visti, è un'altra cosa. Riceviamo anche delle donazioni, per fortuna, e cerchiamo di autofinanziarci anche con i mercatini alle varie feste e manifestazioni di zona, proponiamo serate formative presso i comuni che lo richiedono, organizziamo giornate educative in canile, cerchiamo di guadagnare fornendo servizi, insomma.

Fino a non molto tempo fa gli eventuali “buchi” venivano colmati dalla generosità dei soci fondatori che però oggi, a quanto pare, risentono a loro volta della crisi. Inoltre, la struttura è vecchia e paga una cattiva manutenzione precedente: abbiamo avuto una rottura di un tubo dell'acquedotto e non sappiamo ancora dove recuperare il denaro per saldare la bolletta astronomica che ne è derivata…

Quali attività si fanno regolarmente con i cani del rifugio Paquito?
Educazione di base, passeggiate, socializzazione, lavoro in box con giochi di attivazione mentale per favorire attenzione, calma, autocontrollo. Ci sono le iniziative come le adozioni a distanza che, oltre a portare in cassa qualcosa, generano un rapporto diretto con il potenziale sostenitore: conoscere e vivere il cane adottato crea un filo importante tra il mondo esterno e la vita in canile.

Sono più i cani che entrano o quelli che escono?
Quando siamo entrati i cani erano 170 adesso siamo intorno ai 100. Sono diminuiti gli ingressi dei cani vaganti senza identificazione, ma sono in aumento invece i cani di privati che divorziano o hanno cucciolate inattese, … alla fine il numero non rispecchia quella che è una buona diminuzione del randagismo classico. Abbiamo un’alta percentuale di adozioni anche se siamo molto cauti e selettivi.

i box del canile PaquitoVisto che ricevete un tot a cane, vi conviene farli adottare?
Certo che no! Questo è un forte controsenso ed è uno dei motivi per cui le entrate sono in calo. Se lavori bene e fai adottare i cani, ricevi meno contributi dai comuni, semplice. Il tentativo che abbiamo fatto un paio di anni fa è stato quello di offrire i nostri servizi ai Comuni convenzionati e, contemporaneamente, di abbassare le diarie dei cani, proprio per fare un passo a metà strada verso un traguardo che prevede una quota fissa indipendente dal numero dei cani presenti. I servizi a valore aggiunto prevedono, per esempio, il ricovero dei cani di residenti nel comune durante il periodo estivo, la possibilità di avere una consulenza da parte degli educatori per i cani di proprietà, opportunità di beneficiare di serate formative o, ancora, di avere uno o due incontri all’anno nelle scuole per lavorare con i ragazzi. L'anno scorso c'è stato circa il 50% di adesione al progetto da parte dei comuni limitrofi, mentre quest’anno, anche a causa di una sostanziale riorganizzazione di un gruppo di comuni che ha allestito una propria “area affidi” autogestita (faccenda lunga e complicata questa…) abbiamo dovuto riservare la proposta ad un numero inferiore di comuni che a loro volta, se pur ritenendo interessanti i servizi, spesso hanno preferito “risparmiare”. Così, non potendo chiedere un aumento di diaria per questioni di competitività…

Perché parli di competitività? Non esiste una quota fissa di diaria per tutti i canili? Chi la stabilisce?
Non solo non esiste una quota fissa, ma non c'è neanche una quota minima al di sotto della quale sia ritenuto vergognoso scendere: quindi si rischia un brutto gioco al ribasso da parte di chi non si preoccupa della qualità del servizio. Si può, per esempio, non mettere in terapia farmacologica un cane anziano, fornire solo cibo standard e non adeguato ad esigenze particolari; risparmiare tempo non facendo sgambare i cani, evitando le attività educative e riabilitative, pulendo box di 4, massimo 8 mq (peraltro a norma, ci mancherebbe) anziché box ampi e confortevoli come i nostri, così i costi si abbattono di molto e si campa con una diaria più bassa.

Molti comuni si preoccupano soltanto di far quadrare il proprio bilancio di anno in anno convenzionandosi senza badare alla qualità dei servizi offerti e, anche dopo aver visitato il canile e aver ammesso che una “certa differenza c’è”, ciò che fa pendere la bilancia sono i costi giornalieri di mantenimento: se non ci sono finanziamenti sufficienti nemmeno per la gestione dei disabili e degli anziani, figuriamoci se li si trova per i cani. Non si rendono nemmeno conto che, in realtà, ha costi inferiori un canile dove si lavora per far adottare i cani e quindi il numero dei cani diminuisce rispetto ad un canile che avrà pure una diaria più bassa ma li mantiene per anni e anni.

Per fortuna, qualche comune ha colto l’importanza del nostro lavoro e della nostra impostazione, ha aderito alla convenzione ed ha usufruito con entusiasmo e grande collaborazione ai servizi a valore aggiunto.

box e area sgambamentoPoco fa hai portato via un cane deceduto, sono molti i decessi in canile?
Per cause accidentali è praticamente nulla e rari sono i casi di neoplasie o altre patologie su cani giovani per le quali, dopo aver tentato una cura, si deve optare per la soppressione.

Abbiamo invece molti anziani e, compatibilmente con le loro caratteristiche, si cerca di raggrupparli in aree idonee e riscaldate per la stagione fredda, di fornire cibo specifico e terapie idonee (frequenti problemi reumatici e cardiaci), ma naturalmente la mortalità in questi casi è alta, quasi sempre per eutanasia.

Spesso quelli più in difficoltà me li porto a casa, ed è straordinario vedere con quanta facilità si adattano ad un ambiente nuovo e a nuove abitudini…e quanto beneficio fisico e psicologico traggano da una vita domestica! E’ un messaggio che lancio sempre a chi viene per adottare un cane, ma troppo spesso la risposta è “poi muore subito e io sto male”… Ecco perché partecipare a Skills farebbe bene a molti sotto molti punti di vista!!

Che cos'è Skills?
E’ una bellissima iniziativa che si svolgerà l'11 settembre prossimo a livello nazionale alla quale possono aderire tutti i canili d’Italia: si chiama “Skills, cultura e creatività in canile” .

Noi partecipiamo ben volentieri mettendoci in rete con tutti gli altri canili e offrendo alla popolazione un pomeriggio direi “originale” in cui si vuole far capire cosa significhi essere cane: daremo l’opportunità ai partecipanti, attraverso una serie di esperienze, di mettersi nei panni del quattro zampe e di poter provare le sue sensazioni nell’ambito del quotidiano. E’ un modo simpatico per avvicinarsi alla mentalità del cane, decentrarsi, uscire dal nostro ego, provare a capire cosa vuol dire stare dall'altra parte e vedere il mondo da un'altra prospettiva.

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