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Paure e fobie - come intervenire

cane in atteggiamento rannicchiatoLa paura è una intensa emozione derivata dalla percezione di un pericolo, reale o supposto. È una delle emozioni primarie, comune sia alla specie umana, sia a molte specie animali. La paura è uno stato emotivo utile alla sopravvivenza perché scatena tutte le reazioni fisiologiche che mettono il soggetto in condizione di fuggire e mettersi in salvo dal pericolo. Il cane pauroso presenta l'espressione tipica della paura con orecchio completamente indietro e appiattite sul collo, la coda in mezzo alle gambe, una postura “rannicchiata”, lo sguardo fisso.

Se il soggetto ha sviluppato un attaccamento “sicuro” alla sua figura di riferimento le paure si risolvono in fretta mostrando al cane che non c'è pericolo e proponendo attività di problem solving per migliorare la sua autostima. (...)

La fobia è una paura esagerata rispetto allo stimolo che la provoca, può essere riferita ad una situazione, ad un oggetto oppure a tutto ciò che non è familiare.

In presenza di una fobia le reazioni sono spropositate e spesso la situazione è percepita come molto pericolosa anche quando non esiste un vero pericolo. Il soggetto fobico, oltre all'espressione tipica della paura, manifesta i sintomi di un vero e proprio attacco di panico con perdita degli autocontrolli, salivazione, urinazione e defecazione, fuga, tremore, autotraumatismi, vocalizzazioni eccessive, reazioni aggressive.

Spesso le fobie sono generalizzate, cioè il cane ha una paura esagerata di tutto, e si esprimono in vari gradi, nei casi più gravi può essere di aiuto una terapia farmacologica a sostegno di quella comportamentale. Per questo è bene rivolgersi ad un veterinario comportamentalista per verificare se ci si trova di fronte a vera fobia e per farsi prescrivere terapia comportamentale e farmacologica, se necessaria.

Paure e fobie possono essere rivolte alle persone, agli altri cani, ad oggetti particolari (ad esempio l'aspirapolvere o la macchina) o a situazioni specifiche (ad esempio il temporale o i fuochi d'artificio). Se la fobia è circoscritta a qualcosa in particolare è probabile che sia determinata da trauma, ad esempio il cane ha paura delle persone perché ha subito maltrattamenti. Quando, invece, la fobia è generalizzata a tutto ciò che non è familiare è più probabile che derivi da una sindrome da deprivazione sensoriale. E' quello che succede ai cuccioli che non hanno avuto la possibilità di fare esperienze adeguate e di sviluppare un sano processo di attaccamento perché sono stati tolti troppo presto alla mamma o perché sono cresciuti in ambiente poco stimolante.

Paure e fobie, quindi, si possono prevenire lasciando che sia la mamma ad insegnare al cucciolo come esplorare l'ambiente e come approcciarsi agli altri cani e alle persone e offrendo un ambiente ricco e stimolante dopo il distacco dalla mamma, favorendo la socializzazione con oggetti, persone e altri animali.

Quando, invece, la fobia è ormai instaurata si può intervenire utilizzando i giochi di problem solving per aumentare l'autostima del soggetto, i giochi di ricerca per favorire l'esplorazione dell'ambiente e l'interesse verso il mondo, tecniche specifiche per cambiare la convinzione del cane che esista un pericolo.

Le tecniche che danno i risultati migliori sono desensibilizzazione e contro-condizionamento, utilizzate contemporaneamente.

La desensibilizzazione consiste nel proporre lo stimolo percepito come “pericoloso” ad un'intensità molto bassa (se si tratta di stimolo uditivi) o a una distanza molto grande (se si tratta di stimolo visivo) finché il cane non si abitua alla presenza di tale stimolo; piano piano si può intensificare lo stimolo o avvicinarlo gradatamente finché il cane riesce a tollerarlo.

Il contro-condizionamento consiste nell'instaurare una forte associazione tra qualcosa di particolarmente gradito al cane e lo stimolo stesso, in modo da far crollare la convinzione che quell'oggetto o quella situazione sia pericolosa. Si può usare del cibo da somministrare in presenza dello stimolo o proporre al cane un gioco divertente o consegnare un premio molto molto gradito se rimane tranquillo.

Associando queste due tecniche è possibile far vivere al cane esperienze positive in presenza del “potenziale pericolo” che viene introdotto con gradualità. A volte, però, le condizioni ambientali non permettono di lavorare in questo modo perché gli stimoli “stressogeni” sono ovunque, il cane ha il terrore di tutto quello che lo circonda e non è possibile ridurre gli stimoli (rumore del traffico, persone incontrate in strada,...), in questi casi la terapia farmacologica aiuta il cane a rilassarsi quanto basta per poter cominciare a lavorare sulla desensibilizzazione e il contro-condizionamento in maniera efficace.

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