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Ansia da separazione: il caso Dolly

DollyCaso 1 – Quando i proprietari di Dolly mi hanno contattato la cagnolina aveva circa 5 mesi. Si tratta di un beagle con grosse difficoltà a rimanere da sola in casa. Dolly vive con una coppia giovane e ha la fortuna di poter seguire la sua proprietaria in ufficio perciò non trascorre molto tempo da sola. Quando veniva lasciata in casa anche per brevi periodi si accaniva sulla porta grattando furiosamente e i proprietari riferivano di trovarla profondamente prostrata al loro ritorno come se avesse tentato per tutto il tempo di buttare giù la porta. Trovavano tracce di saliva sulla porta e sul pavimento, alcune volte ha distrutto i cuscini del divano e il telecomando della tv. Erano convinti che la cagnolina fosse affetta da una grave forma di ansia da separazione.

Da un'approfondita intervista ai proprietari è risultato che:

  • Dolly era arrivata in casa di Federico e Giorgia all'età di due mesi e fino ad allora aveva vissuto in compagnia della mamma e degli altri cuccioli

  • appena arrivata in casa è stata sempre insieme ai suoi proprietari, soprattutto con Giorgia che la portava sempre con sé in ufficio, nello stesso pianerottolo di casa

  • seguiva ovunque i proprietari dentro casa, soprattutto Federico e se provavano a chiudere una porta senza permetterle di entrare in camera da letto o in bagno cominciava a grattare la porta e a piagnucolare finchè loro, impietositi, aprivano

  • non aveva una cuccia tutta sua, di solito dormiva sul letto con i proprietari oppure sul tappeto della loro camera da letto, durante il giorno raramente riusciva a rilassarsi

  • all'età di 5 mesi ancora sporcava spesso in casa e la notte, dopo aver defecato, andava a svegliare Federico perchè pulisse

  • non amava correre dietro alla pallina e non sembrava interessata al gioco se erano i proprietari ad invitarla ma amava farsi rincorrere e a questo scopo spesso rubava oggetti a loro cari

  • aveva scarso appetito e per invogliarla a mangiare Federico provava ad imboccarla oppure aggiungeva del parmigiano ai suoi croccantini, se le offrivano un biscotto preferiva giocarci piuttosto che mangiarlo. Quando erano a tavola, però, la cagnolina andava ad elemosinare cibo e di solito otteneva qualcosa da entrambi

  • la mattina Federico e Dolly si concedono lunghe passeggiate e si fermano al parco, dove Dolly gioca allegra con altri cani

  • le rarissime volte che è stata lasciata sola in casa ha grattato la porta fino allo sfinimento e al loro rientro i proprietari la trovavano prostrata e sconvolta. Per non vedere più questa scena avevano praticamente smesso di uscire rinunciando alle serate con amici. Se lasciavano aperta la finestra del balcone rovesciava le piante e mordeva la rete di protezione messa per evitare che potesse cadere intrufolandosi sotto la ringhiera

  • fuori casa tirava al guinzaglio per raggiungere rapidamente il parco, durante il gioco con gli altri cani si allontanava molto e difficilmente tornava al richiamo

La richiesta di Federico e Giorgia è stata molto chiara: aiutare a Dolly ad accettare serenamente il fatto di dover rimanere da sola qualche volta e riuscire a recuperare la loro vita sociale, anche in previsione del fatto che dopo circa 3 mesi sarebbero partiti per il viaggio di nozze e Dolly sarebbe rimasta con la “nonna”.

A mio avviso Dolly non era un caso “disperato” e, prima di consultare un veterinario comportamentalista per un'eventuale diagnosi di “ansia da separazione”, ho deciso di provare a lavorare su alcuni punti che ritenevo importanti, rimandando ad un secondo momento l'intervento del medico se non si fossero manifestati miglioramenti significativi. L'idea che mi ero fatta dai racconti dei proprietari era che Dolly non fosse in grado di gestire il distacco, non era stata abituata a cavarsela da sola e era stata involontariamente investita del ruolo di “gestire le iniziative”.

Ho proposto ai proprietari di seguire un programma di educazione che affrontasse i seguenti punti:

  • analisi e soddisfacimento dei bisogni di Dolly – Federico portava a spasso Dolly a lungo la mattina ma poi uscivano di nuovo soltanto nel tardo pomeriggio e non era prevista una passeggiata igienica prima di andare a dormire. Per imparare a sporcare fuori casa la cagnolina aveva bisogno di uscire più spesso e per evitare la cacca notturna in casa è bene uscire la sera dopo cena. Dolly cenava intorno alle 22 e di solito andava a svegliare Federico perchè pulisse alle 2 di notte, abbiamo concordato di anticipare la cena del cane alle 19,00 e di portarla a spasso verso le 23 prima di andare a dormire: Dolly non ha più defecato in casa la notte! Altro bisogno fisiologico poco rispettato era il diritto ad un luogo sicuro per riposare, quindi sono state sistemate una copertina in salotto ed una cuccia coperta in camera da letto,che è risultata molto gradita. Meno immediato soddisfare il bisogno di sicurezza, fare in modo che i proprietari diventassero una base sicura per Dolly e riuscissero a liberarla dalla paura di ritrovarsi in situazioni che non sapeva gestire, come rimanere a casa da sola. Per questo abbiamo lavorato molto con il gioco sia per l'autoaccreditamento del cane sia per l'accreditamento dei proprietari ai suoi occhi. Le passeggiate sono diventate più varie dal punto di vista degli itinerari e più ricche dal punto di vista delle esperienze e delle attività da fare con i proprietari. Ho suggerito anche l'utilizzo di un collare DAP che rilascia feromoni appaganti sintetici molto simili a quelli prodotti dalla cagna in allattamento e che hanno la prerogativa di rassicurare il cucciolo, sembra che funzionino anche con i cani adulti.

  • educazione alimentare – la motivazione al cibo era scarsa semplicemente perchè la ciotola era sempre a disposizione e l'offerta di cibo era costante. E' stato sufficiente cambiare alimentazione dal secco al cucinato, decisamente più appetibile, e gestire meglio la risorsa cibo perchè Dolly diventasse più interessata alla sua ciotola. Contemporaneamente i proprietari hanno smesso di elargire cibo da tavola e la cagnolina ha smesso di chiedere, riuscendo anche a rilassarsi durante i loro pasti. Ora il cibo ha acquistato il giusto valore e può essere utilizzato anche come ricompensa.

  • educazione alla calma – saper gestire lo stato emozionale è uno dei presupposti per vivere serenamente il distacco e Dolly non era affatto in grado di dominare le sue emozioni. Il gioco con gli altri cani era sempre sfrenato, salutava in maniera molto esuberante i proprietari al loro rientro in casa, si eccitava moltissimo durante i preparativi per la passeggiata. L'educazione alla calma con Dolly è stata affrontata sotto vari aspetti: ignorando palesemente le sue continue richieste di attenzione e premiando il momento in cui desisteva da tali tentativi, rinforzando ogni piccolo passo in direzione della rilassatezza, ancorando questo stato alla copertina, uscendo per la passeggiata soltanto dopo aver raggiunto un buono stato di calma, aprendo la porta per permetterle di entrare in una stanza soltanto al cessare dei suoi tentativi di farsi aprire, inducendo vari stadi di eccitazione (attraverso il gioco e leioco, gestione delle iniziative e leadership – il gioco è stato lo strumento principale che aiutato Dolly e attività di collaborazione) per allenare il ritorno alla calma.

  • gioco, gestione delle iniziative e leadership – il gioco è stato lo strumento principale che ha aiutato Dolly e la sua famiglia a risolvere il loro problema. Innanzi tutto si è scelto di dare più spazio a giochi che potessero indurre uno stato di calma piuttosto che l'eccitazione del farsi rincorrere, anche se i giochi di lotta e il tira-e-molla sono stati utilizzati per allenare il controllo degli stati emozionali ed un rapido recupero della tranquillità. La ricerca olfattiva, anche utilizzando piste in casa e all'aperto e il problem solving affrontato con tantissimi giochi diversi hanno contribuito a migliorare l'autostima della cagnolina e l'accreditamento dei proprietari che hanno visto crescere la loro leadership. Il gioco di rubare oggetti e scappare si è estinto semplicemente perchè i proprietari non lo hanno più accettato e Dolly non lo ha trovato più divertente, inoltre Federico e Giorgia proponevavo così tante attività piacevoli da fare insieme che Dolly non aveva più bisogno di attirare la loro attenzione in quel modo.

  • abitudine al distacco – ora che i bisogno del cane erano pienamente soddisfatti, ora che con il gioco Dolly stava acquistando sicurezza in sé e fiducia nei proprietari, ora che era capace di rilassarsi e rimanere tranquilla sulla sua copertina potevamo iniziare a chiedere alla cagnolina di affrontare più serenamente il distacco.

    Abbiamo iniziato a lavorare dentro casa negando al cane la possibilità di seguire i proprietari in bagno. Loro compito era quello di NON uscire se la sentivano piangere o grattare la porta e di aprire soltanto quando era tranquilla. Poichè Dolly si agitava già durante i preparativi di Federico e Giorgia per uscire (mettersi le scarpe, infilarsi il giubbotto, prendere le chiavi,..), durante un fine settimana ho chiesto ad entrambi di rimanere sempre con le scarpe addosso e le chiavi di casa in tasca in modo che potessero uscire per brevi periodi molte volte durante la giornata senza il solito rituale di uscita e variando molto: una volta usciva solo Federico, poi solo Giorgia, poi entrambi insieme o uno alla volta rientrando insieme o separatamente. Con tutto questo via vai Dolly ha cominciato ad abituarsi al fatto che i proprietari potessero uscire improvvisamente ma anche a comprendere che non succedeva nulla e a sentirsi in grado di affrontare questa situazione. Al loro rientro i proprietari dovevano ridurre al minimo i saluti e prodigarsi in coccole soltanto quando Dolly fosse davvero tranquilla. Durante la settimana Giorgia a volte portava con sé in ufficio la cagnolina a volte la lasciava in casa per tempi progressivamente più lunghi e rientrando di tanto in tanto per verificare che tutto fosse a posto. Nel giro di un mese dal nostro primo incontro Federico e Giorgia avevano già ripreso ad uscire, certi che Dolly sarebbe rimasta tranquilla.

  • condotta al guinzagliorichiamo e gestione in libertà – una volta rafforzata la relazione tra Dolly e i suoi proprietari e acquisita la convinzione che Federico e Giorgia fossero leader capaci e interessanti la condotta al guinzaglio e il richiamo sono migliorati di conseguenza ed è bastato un piccolo lavoro di “rifinitura”.

Oggi Dolly ha circa un anno di età, accetta il distacco con tranquillità, è socievole con cani e persone, sa camminare educatamente al guinzaglio, torna al richiamo, gioca con i suoi proprietari e ha proprio l'aria di un cane felice!

 

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