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Il citofono di Pongo

PongoLa signora E. mi ha contattata su consiglio del veterinario comportamentalista che ha visitato il suo cane Pongo, un irish soft coated wheaten terrier di due anni e mezzo. Il problema principale lamentato dalla famiglia è che quando suonano al citofono Pongo aggredisce chi va a rispondere mordendo e tirando la gamba (ha già bucato più volte) e quando la persona arriva in casa il cane rimane tanto tempo a leccare la porta (a volte anche ore).

Altri problemi meno rilevanti per la famiglia: non possono portarlo al maneggio dove va la figlia perché rincorre i cavalli, rincorre e morde i bambini che giocano, è rissoso con altri cani, non riporta la pallina e diventa possessivo, non torna al richiamo, quando si eccita nel gioco morde (...)

Il dott. Daniele Merlano non ha rilevato un vero disturbo ossessivo compulsivo, piuttosto un marcato insoddisfacimento dei bisogni etologici del cane che lo rendono nervoso e irritabile e che lo spingono a comportamenti di sostituzione.

In effetti la routine quotidiana di Pongo prevedeva tre brevi passeggiate, ogni tanto al parco solitamente al guinzaglio e pochissimo libero. In casa non aveva accesso alla zona notte degli altri membri della famiglia, aveva pochi giochi a disposizione e faceva pochissime attività con i proprietari, limitate a qualche lancio della pallina o al tira-e-molla con ciabatte e calzini. Da quando aveva iniziato a mostrare comportamenti ritenuti “aggressivi” nei confronti di altri cani non aveva più la possibilità di interagire con loro libero al parco.

Per Pongo e la sua famiglia abbiamo strutturato un programma in due fasi.

Primo step: soddisfare i bisogni etologici e impedire che il comportamento si ripeta

  • modifiche ambientali - sistemare un cancelletto che impedisca a Pongo l'accesso all'ingresso dove c'è il citofono per gestire le visite impreviste; per le visite previste chiedere alle persone di utilizzare il telefono anziché il citofono e quando possibile scendere con Pongo ad accogliere gli ospiti sotto casa
  • soddisfare i bisogni di Pongo in termini di appartenenza al gruppo e attività appaganti – accesso alla zona notte, aumentare il numero di uscite e inserire giochi e attività di collaborazione.

Secondo step: risolvere i “problemi” lamentati

  • modificare le convinzioni di Pongo sul citofono e trovare comportamenti alternativi per la situazione
  • affrontare gli altri obiettivi – socializzazione con altri cani, comportamenti in presenza di bambini, tornare al richiamo, riportare la pallina, autocontrollo nel gioco

Al primo step abbiamo dedicato 4 lezioni, ma soprattutto nel primo mese abbiamo dedicato molta attenzione a che la promessa di aumentare le uscite fosse rispettata e che le esigenze di gioco fossero soddisfatte. Pongo ha ottenuto una cuccia tutta sua e il diritto di dormire in camera da letto con E.

Immediatamente ha smesso di fare i bisogni in casa e sul terrazzo. La famiglia ha imparato a fare richieste al cane piuttosto che “impartire ordini” e Pongo li ha ripagati con maggiore attenzione alle loro richieste. Insieme abbiamo fatto passeggiate al parco sperimentando anche lunghi momenti di libertà e Pongo ha risposto bene alla corretta comunicazione di E. Tutta la famiglia ha iniziato a proporre a Pongo giochi di ricerca e problem solving in casa e fuori e molte attività di collaborazione. Durante il primo mese di lavoro insieme il citofono è stato disattivato completamente e gli ospiti hanno utilizzato il telefono per avvisare del loro arrivo, così E. poteva accoglierli al portone insieme a Pongo, costruendo così una routine diversa di accoglienza.

A questo punto il cane si mostrava in generale più rilassato e collaborativo e le difficoltà in libertà erano già un lontano ricordo.

Alla prima visita di controllo il dott. Merlano ha trovato Pongo più rilassato, esplorava e annusava di più, la comunicazione da parte di E. e sua figlia era più efficace e Pongo rispondeva coerentemente alle richieste; in passeggiata lo ha visto rilassato alla vista di altri cani e in sintonia con il conduttore. In questa occasione E. riferisce che a casa il cane è molto tranquillo e che è felicissima di riuscire a portarlo al parco tutti i giorni.

Il veterinario comportamentalista decide che possiamo affrontare la situazione citofono senza terapia farmacologica, nel caso dovesse essere necessario potremo introdurre il farmaco più avanti. Aspetta un riscontro telefonico dopo la prossima lezione.

Inizia il secondo step di lavoro, altre 4 lezioni, dedicate al citofono.

L'obiettivo è che Pongo impari a dare un significato diverso al suono del citofono e che non possa mettere in atto il vecchio comportamento. E' stato istallato un cancelletto che impedisce il passaggio per arrivare al citofono e il citofono è stato collegato ad un interruttore che permette di farlo suonare dall'interno di casa. All'inizio abbiamo fatto suonare il citofono mentre Pongo era impegnato in un gioco divertente sul terrazzo e senza che nessuno si interessasse minimamente al suono. Progressivamente Pongo poteva giocare dentro casa e sempre più vicino al citofono e qualcuno andava a sollevarlo dopo il suono. A volte il suono del citofono arrivava del tutto inaspettato mentre il cane stava riposando sulla sua copertina ed era immediatamente seguito da una passeggiata.

A questo punto il cane aveva imparato che il suono del citofono avrebbe portato qualcosa di bello o un gioco o una passeggiata a volte la ciotola della pappa ed era disposto ad aspettare che qualcuno andasse a rispondere prima di “ritirare” il suo premio per essere rimasto indifferente al suono.

Durante questa fase del lavoro c'è stato un continuo aggiornamento telefonico al dott. Merlano che non ha ritenuto necessaria una visita di controllo e ci ha esortato a proseguire il lavoro, era ormai evidente che non avremo avuto bisogno di una terapia farmacologica di supporto.

Eravamo pronti per accogliere ospiti improvvisi e ormai Pongo si accontentava di un “bravo” se rimaneva tranquillo al suono del citofono. Ad una verifica sul raggiungimento degli altri obiettivi prefissati è emerso che:

  • Pongo non è più reattivo come una volta nei confronti dei bambini e ha smesso di rincorrerli nonostante non sia stato fatto un lavoro specifico
  • allo stesso modo ora riesce a controllare l'eccitazione durante il gioco
  • il riporto della pallina non è più un obiettivo di E. che ora ha scoperto altri giochi da fare con il suo cane
  • Pongo rincorre ancora i cavalli ma adesso possono lasciarlo a casa tranquillo visto che va al parco tutti i giorni
  • con gli altri cani non si sono più verificati episodi di aggressività

Il lavoro si chiude qui con 8 lezioni e una verifica al parco dei risultati raggiunti.

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